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Pandemic Crisis Support, come spendere al meglio il credito europeo

Nell’ambito del Meccanismo Europeo di Stabilità, lo scorso 8 maggio 2020 è stato approvato dall’Eurogruppo una nuova linea di credito, denominata Pandemic Crisis Support, e destinata ad aiutare i paesi a fronte della pandemia di Coronavirus.


Il Pandemic Crisis Support prevede un ammontare massimo di credito pari al 2% del PIL 2019. Per l’Italia, si tratta di una cifra di 35.74 Miliardi.

Il tasso di interesse è vicino allo 0%. Per l’esattezza: 0,35% il primo anno e 0,15% per gli anni successivi.

La durata del prestito massima è di 10 anni e la disponibilità del credito è quasi immediata.

Una delle caratteristiche del credito è l’assenza di condizionalità, fatta salva la destinazione dei fondi per le spese “dirette e indirette di salute pubblica, cura e prevenzione legate alla crisi Covid-19”.

Il 31 dicembre 2022 è il termine massimo per la richiesta.



Ripartire dopo la crisi economica post-lockdown


Il Pandemic Crisis Support potrebbe essere utile per quei Paesi con criticità relative ad alti tassi di interesse e debito elevato.


Le conseguenze economiche del lockdown dovrebbero produrre un calo del PIL superiore all’8% per il 2020 (Banca d’Italia lo stima al -9% nella sua ultima analisi di scenario), con un “rimbalzo” solo parziale per il 2021 (stimato attorno al +4,8%).


Secondo la Relazione al Parlamento allegata al DEF 2020, lo scostamento di bilancio approvato porterà il nuovo livello del debito pubblico al 155,7% del PIL nel 2020 e al 152,7 per il 2021.


In questo contesto, si inserisce l’incremento dello spread conseguente alle misure di lockdown, che attualmente si è portato intorno ai 230 b.p., determinando un aumento sensibile della spesa per interessi.



La spirale incrementale rapporto Debito/Pil - spesa per interessi può generare una serie di gravi criticità in tema di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo, cui si connette un rischio downgrade del nostro debito da parte delle agenzie di rating.


L’innovativa linea di credito accordata dall’Eurogruppo può essere quindi uno strumento interessante per acquisire liquidità, limitando al contempo la spesa per interessi.


Se decidessimo di non utilizzare il nuovo PCS del MES e reperire circa 36 miliardi emettendo Buoni del Tesoro alle condizioni attuali, la spesa per interessi ci costerebbe circa 700 milioni in più all’anno, per un totale di 7 miliardi nell’orizzonte decennale.



Come utilizzare il credito


Che cosa possiamo fare con i 43,5 miliardi di credito erogati da Pandemic Crisis Support?


Stando all’unica condizionalità dell’accordo, ovvero utilizzare le risorse per spese “dirette e indirette di salute pubblica, cura e prevenzione legate alla crisi Covid-19”, si propone l’utilizzo delle risorse della nuova linea di credito predisposta dal MES, secondo alcune ipotesi di lavoro, che sono illustrate di seguito in maniera sintetica.


10 miliardi per ospedali e personale sanitario

Edilizia sanitaria: modernizzazione e adeguamento delle strutture, più posti letto.

Strumentazione e apparecchiature mediche, potenziando in particolare i reparti di terapia intensiva.

Implementazione delle misure a contrasto del coronavirus.

Risorse per tutto il personale, dalla formazione alla retribuzione.


10 miliardi per i servizi medici e l’assistenza territoriale

Prestazioni ad elevata intensità assistenziale anche nelle strutture territoriali per una maggiore integrazione con gli ospedali con investimenti su tecnologie e servizi.

Fondo di sostegno ai livelli essenziali delle prestazioni e ai servizi sociali territoriali.

Fondo di sostengo per il terzo settore per l’assistenza domiciliare e in remoto.

Fondo per l’assistenza sanitaria per persone con disabilità o patologie croniche.

Fondo per l’assistenza psichiatrica e psicologica.


2 miliardi per la digitalizzazione

Potenziamento delle Fascicolo Sanitario Elettronico e dell’Anagrafe Nazionale degli Assistiti.

Procedure sanitarie e amministrative più semplici e veloci.

Implementazione e universalizzazione della ricetta elettronica e di tutti i servizi prescrittivi.

Valorizzazione delle piattaforme di servizi ai cittadini.


5 miliardi per la ricerca

Un nuovo piano pluriennale per la ricerca di base.

Creazione e potenziamento di un centro di ricerca ad hoc per le Pandemie.

Potenziamento della rete dei poli di ricerca pubblici e privati, e degli IRCCS.

Fondo ad hoc per rendere i nostri centri di ricerca competitivi a livello mondiale. con tecnologie moderne e avanzate.

Sostegno e investimento per l’alta formazione co-finanziata da enti pubblici e privati.


8 miliardi per le imprese

Investimenti infrastrutturali per distanziamento e lavoro in sicurezza.

Dispositivi di protezione individuale per tutti.

Erogazione alle imprese di bonus per la mobilità dei dipendenti.

Massicci investimenti nel trasporto pubblico locale per rinnovamento totale della flotta.


Leggi qui il programma proposto dal gruppo parlamentari di Italia Viva circa l’utilizzo del credito del Pandemic Crisis Support: https://d3n8a8pro7vhmx.cloudfront.net/comitaticivici/pages/3676/attachments/original/1591219470/MES_definitivo01.pdf?1591219470


 
 
 

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